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17 agosto 2013 at 04:44
Ottimo. Articolo ben scritto ed argomento interessante.
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21 novembre 2012 at 10:55
Grazie per la proposta che è da approfondire, in particolare sui costi, ma che ci appare molto interessante anche ai fini di possibili partnership con le numerose associazioni attive sul territorio.
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16 novembre 2012 at 13:28
una forma di sostegno da parte delle istituzioni potrebbe essere fornire gratuitamente il router per la rete iperbole alle associazione che ne fanno richiesta ed agevolare alle stesse la connessione tramite lepida.
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7 novembre 2012 at 16:58
Grazie del commento Cristina visto che anche per il Comune di Bologna il tema del software libero è importante. Le politiche in merito partirono anni fa e ora stiamo solo continuando ad affermare, vedi l’uso di drupal per il sito del nostro progetto open data oppure di openoffice per i dipendenti, una scelta già fatta.
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7 novembre 2012 at 16:14
Noto con piacere che viene nominato il Software Libero, mi dispiace invece che non ci sia nessuna spiegazione a riguardo.
L”utilizzo del software libero da parte della PA dovrebbe essere nei pilastri fondanti dell’intervento dell’Agenda digitale, nelle premesse, non in un capitolo a parte.. perchè non stiamo parlando solo di un settore dell’informatica, ma di un approccio alla gestione della conoscenza.
Le PA non possono fare preferenze per specifiche aziende, ma devono sviluppare software che possano essere usati, “letti” e “manipolati” da tutti e questo può avvenire SOLO con licenze all’interno del software libero.
Spero che ci sarà lo spazio per mettere in risalto questa scelta
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7 novembre 2012 at 14:57
Il terrirorio della provincia di Bologna, dal punto di vista dell’e-welfare, è sicuramente la realtà più evoluta in regione e tra quelle più evolute a livello nazionale.
Ancora prima della creazione della Città Metropolitana bolognese, nel 1997 è partito il progetto di condivisione degli strumenti informatici per lo scambio delle informazioni tra le PA del territorio: comuni, azienda usl e provincia.
Dopo 15 anni di lavoro pensiamo di poter affermare, e ne siamo orgogliosi, che la futura Città Metropolitana è già dotata di uno strumento unico di gestione del welfare su tutto il territorio provinciale.
Tutti i 60 comuni, i 7 distretti, i 9 ospedali Ausl, l’AOSP, lo IIOORR, le strutture residenziali e semi-residenziali per anziani, le ASP, i gestori privati di servizi domicliari, la provincia di Bologna condivisono un progetto comune di e-welfare, già operativo ed a regime.
Tutte le cartelle socio-sanitarie sono gestire attraverso un unico strumento informatico, che coinvolge oltre 2500 opeeratori pubblici e privati.
Il sistema mette in comunicazione sociale (comuni) e sanitario (ausl), ospedale e territorio, pubblico e privato.
Le valutazioni passano tra le PA attraverso il supporto elettronico, azzerando i tempi di trasferimento e riducendo i tempi di attesa per il Cittadino, le dimissioni “protette” ospedaliere viaggiano sullo stesso supporto, ottimizzando le risorse e il servizio.
Quella di Bologna è una realtà oramai consolidata, non è più una sperimentazione, sicuramente da migliorare e da potenziare ma crediamo sia un risultato importante, forse non è il punto di arrivo ma non è più un punto di partenza.
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